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lunedì 5 maggio 2008

Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo: una nuova mappa per animi inquieti!


Il brano che segue e' stato scritto dal mio amico Swami Bodhi Mukto, nel giugno 2007, per presentare il mio ultimo testo sulle comunita' intenzionali e gli ecovillaggi in uscita, in quei giorni, nelle librerie

È appena uscito un nuovo testo sugli ecovillaggi e le comunità intenzionali. Il suo autore lo definisce “una mappa per animi inquieti e per un tesoro proibito; una chiave rubata per disertare le multiformi galere del mondo”.


Comuni comunità ed ecovillaggi in Italia, pubblicato dalla Malatempora Editrice nel luglio 2003, ha avuto un successo insperato. Ha suscitato l’interesse di diverse radio ed alcuni giornali ed è stato un buono strumento di networking, in questi anni, nel movimento comunitario italiano.
L’autore, Manuel Olivares, ha dunque pensato di rilanciare, scrivendo un testo aggiornato sugli ecovillaggi e le comunità intenzionali in Italia ed allargando cautamente lo sguardo all’Europa ed al mondo.

Un mezzo necessario
Conosco Manuel Olivares da molti anni. Nel corso di una chiacchierata amichevole gli chiedo cosa lo ha spinto, in due tempi diversi, a scrivere di ecovillaggi e comunità intenzionali.
“Io per primo”, risponde Manuel, “sul declinare degli anni ’90 sentivo forte il bisogno di un libro come quello che avrei poi scritto. Ero profondamente affascinato dal mondo comunitario ma non sapevo bene come muovermi. Si carpivano informazioni qua e là ma, non essendo ancora abbonato ad AAM Terranuova e non sapendo dell’esistenza della RIVE, mi muovevo un po’ alla cieca.
Nel ’99 ci fu l’incontro con le comunità degli elfi e, di lì, molte porte si aprirono innanzi ai miei passi.
Oggi, a 8 anni di distanza, sono davvero felice di essere un valido supporto per tutti coloro che, come me allora, stanno ricercando uno stile di vita diverso, più naturale e più sostenibile.
Un paio di anni dopo la pubblicazione di Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia si è iniziato a porre il problema di un’edizione aggiornata. Nel frattempo ho avuto modo di visitare importanti realtà comunitarie estere, come Findhorn Foundation, Auroville e Christiania. Volendo scrivere un nuovo testo sugli ecovillaggi e le comunità intenzionali ho dunque deciso di allargare lo sguardo oltre i nostri confini nazionali. In questo modo ha preso corpo l’avventura editoriale di Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo, una co-edizione di Malatempora ed AAM Terranuova”.

Una guida ed un saggio autobiografico
Ho avuto il privilegio di essere uno dei primi lettori del libro di Manuel. Ne ho particolarmente apprezzato il taglio esperienziale ed autobiografico. Questo prende corpo in una sorta di “diario di viaggio” in cui Manuel riporta momenti delle sue “esperienze comunitarie” in Italia ed all’estero. Sono convinto che parlare in prima persona del proprio vissuto, delle proprie emozioni, presentando molti dettagli che non possono non essere trascurati in una disquisizione astratta, risulti particolarmente gradito ai lettori. Credo sia difatti forte il bisogno di immedesimarsi in quanto si legge, di vivere per interposta persona frammenti di una vita diversa, più che appropriarsi di generiche nozioni (cui è stato dato, tuttavia, lo spazio che meritavano).
Non va del resto dimenticato che Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo è soprattutto una valida e dettagliata guida ragionata; uno dei primi accessori da mettere nello zaino (o nel più moderno e meno “alternativo” trolley) al momento di mettersi in viaggio.
“Tentare di scrivere una buona guida”, mi dice Manuel “è stato forse il mio sforzo maggiore. Ho deciso di trattare le realtà italiane e quelle estere con un diverso livello di approfondimento. Nel caso delle realtà italiane ho cercato di essere più sistematico, individuando alcuni items da utilizzare per tutte le esperienze considerate. Ho dunque approntato un elenco di domande (relative ad esempio alla proprietà dei terreni e degli immobili, all’economia interna, ai piccoli-grandi accorgimenti ecologici ecc…) da sottoporre a tutte le realtà che ho poi menzionato nel testo.
Le stesse domande, con relative risposte, sono state accorpate in schede di sintesi con cui ho concluso le presentazioni dei singoli ecovillaggi e delle singole comunità intenzionali.
In questo modo, spero di aver fornito due strumenti diversi a chiunque si voglia accostare al mondo comunitario italiano: uno più fluido e discorsivo (le presentazioni, in cui mi sono concesso divagazioni di natura storico-comparativa oltre a qualche timido aneddoto) ed un altro, le schede, più schematico e di rapida consultazione. Nelle schede ho inserito dati che considero particolarmente utili, relativi ad esempio al regime alimentare -onnivoro, vegetariano o vegano- ed alla disponibilità ad ospitare -gratuitamente, in cambio di lavoro o a pagamento- nelle diverse realtà considerate.
Riguardo le realtà estere ho preferito presentarle nei loro tratti più generali, lasciando ampio spazio al racconto in prima persona ed alle testimonianze raccolte sul campo nei casi in cui ho potuto visitarle e viverle in prima persona”.

Nozioni teoriche e qualche critica costruttiva
Chiedo infine a Manuel lumi sulla sua trattazione “teorica” del fenomeno comunitario e, in particolare, sul suo ultimo capitolo -Amaris in fundo- in cui accenna a qualche considerazione critica.
In Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia”, mi risponde, “ho lasciato ampio spazio alla storia ed alle diverse filosofie del vivere comunitario. In questo nuovo libro ho deciso di essere più sintetico al riguardo, privilegiando gli aspetti guidistici per incardinare, senza indugi, questo nuovo lavoro nel contemporaneo. Sul fronte delle critiche, ho ritenuto dare un mio modesto contributo ad un dibattito che è bene sia sempre più ricco e vitale nell’ambito degli ecovillaggi e delle comunità intenzionali. Non mi è stato molto difficile per la semplice ragione che non sono un “comunitario a tempo pieno” e dunque credo di aver avuto il distacco e la lucidità necessari. Senz’altro il fatto di avere uno sguardo esterno è un’arma a doppio taglio perché può recare con sé rischi di superficialità nell’analisi. Ho cercato di fare quello che ho potuto e di farlo al meglio. Ora la parola spetta ai lettori!”.