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venerdì 4 marzo 2011

L’India e l’incontro con l’Occidente. Vicende storiche, culti, racconti di viaggio, parte VIII.

Torniamo oggi a considerare la tesi di laurea di Eleonora Luisi peruna visione, pur molto generale, della storia e della cultura dell'India.
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La Trimurti dell’Induismo: Brahma, Vishnu e Shiva

Brahma: l’Essere immenso
La terza tendenza orbitante detta rajas si manifesta in Brahma definito l’Essere immenso.
Brahma rappresenta il coordinamento degli opposti ed è la causa di tutto ciò che esiste.
Dalla tendenza orbitante rajas ha origine lo spazio e il tempo . L’Essere immenso nasce dall’equilibrio delle forze, rappresenta ogni esistenza e la natura di ogni movimento.
Viene considerato il creatore, la causa che ha generato il mondo intero ed è concepito come un embrione d’oro dal quale nasce l’universo. È raffigurato con quattro teste, dopo che la quinta viene ridotta in cenere dal terzo occhio di Shiva. È di colore rosso o rosa e è chiamato il dio dalle “quattro teste”, “dai quattro volti” e “dalle otto orecchie”. Nelle sue quattro braccia tiene i quattro Veda, mentre nelle altre vari accessori come uno scettro, mestoli sacrificali, un arco, un rosario, una brocca. Brahma è raffigurato come un uomo giovane con la barba, il cui veicolo è il cigno che simboleggia il sapere; per questo motivo viene chiamato “cavaliere del cigno” e spesso è rappresentato quando esce dall’ombelico di Vishnu che dorme. La sua dimora è l’Universo chiamato anche “foresta immensa”.
Il dio vive cento anni, poi una volta che ha creato il mondo, questo non cambia per un giorno di Brahma che dura 216000000 anni. Quando Brahma si sveglia dal sonno della notte inizia un nuova creazione e questo ciclo viene ripetuto fino a raggiungimento del centesimo anno. Le quattro età del mondo sono chiamate Yuga e si dividono in Krita yuga, Treta Yuga , Dvapara Yuga e Kali Yuga.
Un giorno di Brahma è costituito da mille cicli dei quattro Yuga. Brahma vive cento anni, quando muore si assorbe negli elementi con gli altri dei.
In generale questa divinità non riceve un culto dato che costituisce il principio della creazione.
Le sue immagini vengono rappresentate in molti templi, tra cui il più importante di tutta l’India è il tempio di Pushkar, che si trova nel Rajasthan.

Vishnu l’Immanente
Sattva è la tendenza coesiva e centripeta che costituisce nella trinità induista Vishnu, che rappresenta tutto quello che tende verso una centro e crea luce, mentre Shiva è il principio centrifugo che rappresenta la dispersione e l’oscurità.
Vishnu si trova in tutte le cose in quanto coesione interiore e vince ogni forza distruttrice, perché è la potenza e la causa interna su cui ogni cosa si fonda. È considerato il simbolo su cui si basa la vita interna è il principio della continuità, mentre Shiva simboleggia la distruzione. Il dio è identificato con lo stato di sogno, dove i mondi sono dei modelli che devono ancora essere realizzati.
Nelle Upanisad e nei Purana troviamo la spiegazione della sua figura. La sua immagine lo ritrae disteso sull’oceano causale, mentre dorme e si appoggia sul serpente Residuo, altre volte è raffigurato in piedi con tutte le sue qualità e simboleggia il sovrano assoluto della tendenza coesiva sattva. Le sue caratteristiche e i suoi principali ornamenti sono :

“Le quattro braccia: indicano il dominio in ogni direzione e sono il simbolo del potere assoluto. Rappresentano gli stadi della vita dell’uomo e i fini della vita come il piacere, il successo, la perfezione e la liberazione; quattro è anche il numero dei Veda. Vishnu stringe in ogni mano la conchiglia, il disco, l’arco e il loto.”

“ la conchiglia: rappresenta l’esistenza individuale.”

“Il disco: è la mente e la potenza che crea e distrugge l’universo.”

“Il loto: simboleggia l’universo, è il fiore che sboccia nell’ oceano delle cause.”

“L’arco: è l’aspetto distruttore dell’esistenza individuale associata alla tendenza disintegrante.”

“Le frecce e la faretra: sono i poteri dei sensi che determinano il campo d’azione dell’intelletto.”

“La mazza: viene identificata con la dea Kali, che è la potenza della conoscenza che distrugge tutto quello che le si oppone.”

“Il gioiello-tesoro dell’oceano”: è collocato sul petto di Vishnu è nato dalle acque che circondano la terra.”

“La ciocca di peli Cara alla Fortuna: rappresenta la natura fondamentale e si trova sul seno destro di Vishnu.”

“La ghirlanda della foresta: è situata intorno al collo di Vishnu e è considerata il potere dell’illusione, Maya.”

“Gli orecchini: sono a forma di mostri marini e rappresentano la conoscenza intellettuale e la percezione.”

“I braccialetti: sono i tre scopi della vita: la perfezione, il successo, il piacere.”

“La corona: è la realtà inconoscibile.”

“Il velo giallo: viene indossato da Vishnu e dalle sue incarnazioni intorno alle anche, rappresenta i testi sacri dei Veda.”

“La cordicella sacra: composta da tra fili che rappresentano la sillaba sacra AUM si trova sul petto.”

“Il carro: è il simbolo della mente e del suo potere d’azione.”

“Il colore scuro: Vishnu è sempre nero o blu notte, di solito lo scuro è il colore dell’etere, la sostanza dell’universo spaziale. Nero è il colore della tendenza disintegrante tamas che è rappresentata da Shiva, mentre il colore della coesione sattva è bianco come Vishnu. Nelle rappresentazioni Vishnu è nero e Shiva è bianco perché le due tendenze sono una l’anima dell’altra.”

“Lo scacciamosche: è la legge del dharma è il soffio vitale che viene prodotto al momento della manifestazione.”

“Il ventaglio: è il sacrificio rituale, il ventaglio è usato per attizzare il fuoco.”

“Il vessillo: la gloria del Sole e della Luna è il suo vessillo”

“Il parasole: è il simbolo del mondo senza ostacoli, il paradiso dove non esiste paura.”

“La spada e il fodero: la spada che è tenuta in mano è il simbolo della conoscenza pura, mentre il fodero rappresenta il non-sapere.”

“L’uccello verbo-alato Garuda: quando Vishnu si sveglia cavalca l’uccello Garuda, metà uomo e metà avvoltoio.”

“Il serpente Residuo: quando Vishnu dorme è disteso sopra il serpente Residuo.”

Shiva: Il signore del sonno
La tendenza verso la disintegrazione tamas è rappresentata da Shiva, la potenza della distruzione da cui tutto scaturisce e tutto ha fine. La parola Shiva ha origine dalla radice “shin” che significa sonno, per questo motivo viene chiamato il signore del sonno.
La sua rappresentazione avviene tramite dei diagrammi geometrici detti yantra, un mantra e una figura antropomorfa.
Il suo emblema è il linga o fallo e la sua manifestazione si esprime quando il linga viene inserito nella yoni, l’organo femminile.
Nelle rappresentazioni ha tre occhi, un crescente di luna sulla fronte, e dalla corona fatta dai capelli arruffati scorre il Gange. Ha il corpo cosparso di cenere e indossa numerosi bracciali e attorno al collo ha una collana di perle e serpenti. Indossa una pelle di tigre, nelle mani tiene il tridente e la scure; è seduto sopra un toro bianco che simboleggia il suo veicolo e seduta vicino c’è la sua compagna Uma. La sua immagine antropomorfa può essere così descritta:

“Il colore bianco: il suo colore è bianco come la canfora. Shiva incarna la tendenza centrifuga tamas fatta di oscurità e dovrebbe essere di colore scuro, ma siccome l’oscurità è avvolta dalla luce e la luce è circondata dalle tenebre, Vishnu è nero all’esterno perché è fatto di luce, mentre Shiva che è fatto di oscurità è nero.”

“I tre occhi: rappresentano il sole, la luna e il fuoco e hanno la capacità di vedere il presente, il passato e il futuro. L’occhio frontale è quello della percezione trascendentale ed è chiamato occhio di fuoco, perché quando è aperto brucia tutto ciò che vede. Il dio Kama è ridotto in cenere dal terzo occhio di Shiva e con lo stesso sguardo durante la distruzione dell’ universo tutte le divinità vengono distrutte.”

“Il crescente di luna: si trova sulla fronte di Shiva e è il simbolo della coppa di soma, il liquido sacrificale. È situato vicino al terzo occhio e simboleggia il potere di procreare e distruggere.”

“Il Gange: il fiume sacro scorre dalla corona di capelli arruffati e purifica ogni cosa, è il simbolo della purezza rituale. Portando il Gange sulla testa Shiva ha ottenuto tutti i mezzi di liberazione.”

“I capelli arruffati: la crocchia di capelli intricati è chiamata jata e rappresenta il dio del vento Vayu, che è la forma del soma il liquido delle oblazioni.”

“La pelle di tigre: simboleggia il potere della natura, la tigre è il veicolo dell’Energia Shakti. Secondo la leggenda Shiva si trova nella foresta nelle sembianze di un mendicante nudo, siccome le spose dei saggi si innamorano di lui, questi ultimi fanno uscire una tigre da una fossa per ucciderlo, ma Shiva uccide la tigre e con le pelli crea una veste.”

“Le quattro braccia: rappresentano la padronanza su tutti gli elementi e indicano il dominio universale”

“Il tridente: è il simbolo dei tre guna le tendenze della Natura che rappresentano le funzioni di creazione, conservazione e distruzione.”

“La lancia, Pashupata: è chiamata anche “bastone del bovaro”, con essa vengono uccisi i demoni e l’universo. Shiva regala la sua lancia ad Arjuna dopo aver combattuto insieme.”

“La scure: è regalata a Parashurama per distruggere la casta guerriera e dei principi.”

“L’arco: assomiglia all’arcobaleno ed è fatto da un serpente velenoso, l’arco ha il compito di aiutare gli dei.”

“La mazza Khatvanga: Khatvanga è una mazza che ha all’estremità la testa di un morto.”

“Il serpente: è arrotolato al collo di Shiva, che può bere il veleno per liberare il mondo. In cosmologia rappresenta i cicli del tempo, ma in particolare è l’energia addormentata detta Kundalini, che viene stimolata attraverso diverse tecniche dello yoga.”

“Il laccio: ha il compito di legare i colpevoli.”

“La collana di teschi: dopo la distruzione l’universo è soltanto un ammasso di ceneri, per questo Shiva è raffigurato ricoperto di cenere e con al collo la collana di teschi che sono i cicli senza fine delle epoche.”

“Le ceneri: secondo la leggenda Shiva con lo sguardo del suo terzo occhio, riduce in cenere l’universo e tutti gli dei e poi si sparge sul corpo le ceneri, per questo motivo i devoti di Shiva si cospargono il corpo con la cenere del fuoco rituale.”

“Il damaru, il tamburo a forma di clessidra: il linga e la yoni sono rappresentati da un triangolo di fuoco con la punta verso l’alto e da un triangolo d’acqua con la punta verso il basso. Quando i triangoli si penetrano formano un poligono stellato che rappresenta la manifestazione, mentre se si separano si ha la dissoluzione dell’universo. Il bindu è il punto in cui le punte sono in contatto ed è il punto dove inizia la manifestazione. Il damaru ha la forma a clessidra e scandisce i ritmi del cosmo.”

“Il toro: simboleggia il veicolo di Shiva è bianco, con la corporatura robusta e gli occhi neri. È rappresentato seduto vicino a Shiva. Di solito i fedeli prima di entrare nel tempio toccano i testicoli del toro da cui ha origine la vita.”

“Il leone: quando Shiva sale sopra il toro si appoggia sopra un leone dal grasso ventre, che è il simbolo dell’avidità per il cibo. La golosità è la strada che conduce alla smodatezza.”

“Kashi: è la città della luce chiamata anche Benares o Varanasi, la luminosa città di Shiva. Secondo la leggenda Kashi sarebbe la città più antica del mondo fondata da un re in una foresta ricoperta da erba sacra chiamata kasha. Quindi Kashi è il luogo dove nasce l’erba sacra. Secondo l’etimologia il significato di “kash” sarebbe brillare, quindi Kashi è la città della luce. La città della luce è anche la città del sapere, infatti kashi è il nome che è attribuito alla testa, sede del sapere, dove si trova il loto dai mille petali. La città è situata nel punto in cui i tre canali del corpo sottile si uniscono e formano il tridente di Shiva. La città di Benares è il luogo dove si incrociano i tre Gange. In India si trovano cinque luoghi sacri a Shiva: a Kashi dove si venera il linga d’acqua, a Kanci il linga di terra, a Chidambara il linga d’etere, a Kalahasti il linga d’aria e a Tiruvannamalai il linga di fuoco.”

“Il linga o fallo: Il linga rappresenta la sorgente della vita ed è l’emblema di Shiva, l’Uomo supremo. Esso rappresenta l’Universo. Quando gli induisti venerano il linga riconoscono una forma eterna e divina che si manifesta nel microcosmo. Il fallo è definito come “la divinità che supera le dieci dita.”

“La yoni: è il simbolo dell’Energia universale rappresentata dall’organo femminile che circonda il linga. Il fallo è il simbolo dell’Uomo cosmico è l’emblema maschile, mentre il simbolo dell’Energia che è la Natura è la yoni, l’organo femminile. Il suo simbolo è un triangolo composto dalle tre caratteristiche della Natura: l’orbitazione che crea, la concentrazione che illumina, la dispersione che ottenebra. Secondo la creazione Shiva dona il seme, Vishnu lo riceve e la yoni Brahma è lo sperma che li unisce.”

La Bhagavagita: “ Il canto del beato”
All’interno della Mahabharata è inserita la Bhagavadgita, un poema epico composto da diciotto canti per un totale di settecento versi. La Gita narra l’inizio della battaglia fra le due stirpi dei Kaurava e dei Pandava . La narrazione è composta da un dialogo riferito a una terza persona nell’ambito di un altro dialogo. Nell’introduzione Sanjaya, auriga del re Dhrtarastra, racconta a quest’ultimo i preparativi per la battaglia e riferisce il dialogo avvenuto tra Arjuna, l’“Arciere”, della famiglia dei Pandava e il dio Krsna. Arjuna si sente sconfortato perchè si trova a combattere contro i suoi parenti e preso dal dubbio è indeciso se in nome della legge del Dharma uccidere gli avversari oppure rinunciare ad ogni azione. Ecco le parole di Arjuna rivolte a Krsna :

“Quando io vedo o Krsna, la mia stessa gente schierata e ansiosa di battaglia, le mie membra sono prese da sgomento, la bocca si fa arida, e il mio corpo trema, mentre sul mio capo si rizzano i capelli.”

Il dialogo tra l’eroe e Krsna apre la discussione sulle problematiche dell’esistenza dell’uomo e la risposta del dio prevede un’esaltazione dell’azione prescritta dalla legge del Dharma.
Il testo attribuisce una notevole importanza allo yoga come disciplina che unisce sia i sensi che il pensiero. Nel poema la parola “yoga” perde il suo significato tecnico e assume il sinonimo di “bhakti”, la religiosità devozionale che ha il compito di condurre l’uomo alla liberazione.
Nella Gita viene espressa l’adorazione del fedele nei confronti del dio e la benevolenza di Krsna verso il fedele. Al termine del poema Arjuna decide di seguire l’insegnamento di Krsna e inizia a combattere; la battaglia termina con la sconfitta e la morte dei Kurava e con la vittoria d Arjuna e dei Pandava.