TRANSUMANZA

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venerdì 27 aprile 2012

La testimonianza delle comunità intenzionali e degli ecovillaggi.

Di seguito, i contenuti del mio intervento al convegno nazionale Economia Cristiana nel Mondo. Questo si terrà domani a Roma. Per ulteriore dettagli al riguardo, cliccare qui.
Buona lettura!

Storia del fenomeno comunitario

Il fenomeno delle comunità intenzionali (che al contrario delle comunità spontanee — borghi, paesi, città — sono nuclei umani, di dimensioni generalmente contenute, che nascono dall’intenzione di realizzare obiettivi comuni di vario ordine e grado) prende corpo, storicamente, a partire soprattutto da istanze di natura “religiosa”. Da un’insopprimibile vocazione di ricerca di liberazione, di verità, al di fuori del tracciato battuto dalla “massa”. In alcuni casi sarebbe forse più corretto parlare di un’istanza di natura gnostica, della ricerca, cioè, di una conoscenza salvifica. A questo proposito credo meriti menzionare che Bill Metcalf, sociologo americano esperto dell’argomento, addita come prima, documentata comunità intenzionale Homakoeion, fondata da Pitagora in sud Italia nel 52 a.C, grossomodo contemporanea delle comunità essene con le quali, come vedremo, aveva alcuni elementi in comune.
Tanto gli esseni quanto i pitagorici vengono generalmente considerati ricercatori e studiosi di una conoscenza esoterica che richiedeva, per essere realmente perseguita, una sorta di “ritiro dal mondo”.
Agli albori della riforma protestante e nei secoli successivi le istanze comunitarie, pur rimanendo nell’alveo religioso, si arricchiscono di radicali venature sociali, in coerenza con gli insegnamenti del cristianesimo delle origini, perdendo l’attitudine “elitaria” dei pitagorici e degli esseni e proponendosi, piuttosto, come “singolari avanguardie messianiche”.
Il cambio di segno si inizia ad avere nel diciannovesimo secolo quando,  accanto alle istanze religiose prendono corpo, in ambito comunitario, istanze di natura politico-rivoluzionaria. Qualcuno, ad esempio il grande storico delle religioni Mircea Eliade, potrebbe sostenere si possano identificare i “laboratori di utopia” dei cosiddetti “socialisti utopisti” (Owen e Fourier i due più celebri), la comune di Parigi, le comuni anarchiche della guerra civile spagnola o gli stessi kibbutzim con “avanguardie messianiche di matrice secolare”, ovvero con primi embrioni di un mondo in cui l’utopia (da un certo punto di vista l’equivalente secolare, nella visione eliadiana, del regno di Cristo sulla terra) possa, auspicabilmente, diventare realtà.
Questo detto, ciò che in questa sede è importante segnalare è “l’irruzione”, a partire dal diciannovesimo secolo, dell’istanza politico-utopica nella creazione di comunità intenzionali.
Questa verrà integrata, negli anni ’60 del Novecento, con un’altra di natura esistenziale, di liberazione individuale e di gruppo nelle comuni hippy, metropolitane ed in quelle di un variegato caleidoscopio di “neorurali”. Nelle comunità intenzionali di questo periodo storico potremmo dire che ritroviamo un po’ tutto; tornano in auge, sincretizzate, le “antiche” istanze di natura religiosa, non mancano sicuramente afflati utopico-rivoluzionari integrati con prime rivendicazioni ambientaliste ed è questo uno dei motivi che può far pensare ad un’interessante sperimentazione di avanguardia.
Più recente di tutte ma oggi sempre più dominante: l’istanza ecologica che ha segnato l’inizio della “stagione delle comunità intenzionali ecosostenibili; gli ecovillaggi”.
Nell’ambito del fenomeno comunitario possiamo dunque ritrovare, in piccolo, le più importanti istanze dell’umanità, dall’antica ricerca, generale, di senso e di verità a quella di un equilibrato rapporto tra individuo e collettività, tra “Io” e “Tu” per riprendere il titolo di un celebre testo del filosofo e biblista chassidico ― oltre che kibbutznik — Martin Buber e poi: tra uomo e natura, tra natura e cultura. Per questo credo meriti di essere conosciuto, valorizzato, vissuto. Alcune realtà comunitarie recano chiara l’impronta di una delle istanze sopra citate. In altri casi è difficile identificare i confini tra diverse istanze reciprocamente integrate e forse non è nemmeno importante farlo. Credo sia invece importante avere come referente generale lo scarno quadro teorico presentato per poi considerare, più o meno individualmente, le eterogenee (l’eterogeneità è uno dei loro maggiori punti di forza) realtà comunitarie.


Il comunitarismo iniziatico degli esseni

Una delle principali, per quanto poco documentata, correnti religiose del giudaismo antico, attiva tra il II° secolo a.C. ed il I° secolo d.C., è quella degli esseni.
Da molti considerati una setta ascetica, son divenuti oggetto di particolare dibattito dopo il 1947, a seguito della scoperta dei famosi rotoli di Khirbet Qumran, sul Mar Morto, circa 12 chilometri a sud di Gerico, in Palestina.
A Qumran sono stati ritrovati, oltre ai celebri manoscritti, i resti di una comunità identificata da molti studiosi (con alcune autorevoli eccezioni) come la sede principale della setta che, al tempo di Gesù e stando a quanto scrive Filone d’Alessandria, contava circa 4000 membri.
Tra le vestigia sono stati riconosciuti un refettorio, utilizzato probabilmente anche come sala di riunioni, uno scritorium, dove venivano copiati manoscritti, botteghe, magazzini, cisterne e vasche per i bagni rituali.
A pochi chilometri a sud di Qumran, ad ‘Ain Feshkha, sono emersi i resti di un altro insediamento esseno, a vocazione espressamente agricola.
Plinio il Vecchio localizzava a Qumran la sede centrale dell’essenismo, fenomeno esteso anche al di là della Palestina, ad esempio nella “Siria Palestinese” e con probabili ramificazioni in Egitto.
La dottrina degli esseni — il cui nome potrebbe essere reso con “puri”, “bagnanti”, “pii”, “silenziosi” — si presta facilmente ad essere definita “sincretica”. Consideriamone brevemente alcuni elementi, a partire dal peculiare dualismo bene-male, esplicitato in un’attesa escatologica della guerra dei “figli della luce” contro i “figli delle tenebre”. Questa può essere facilmente ricondotta — assieme alla sacralizzazione del sole (cui veniva dedicata la preghiera mattutina, prima di iniziare la giornata di lavoro), ad una credenza negli angeli ed alla presenza di bagni rituali — ad influenze persiane. Considerando invece la diffusa pratica del celibato, il divieto di sacrificare animali (come testimonia Filone d’Alessandria) e l’attitudine cenobitica, diversi studiosi sono inclini a pensare ad un’assimilazione di concetti buddisti. Si possono infine riscontrare parallelismi con la scuola pitagorica , in particolare in merito al periodo di noviziato propedeutico all’ammissione di nuovi membri, all’uso di vesti bianche, alla dieta rigorosamente vegetariana  ed al giuramento di mantenere segreta la dottrina.
A quest’ultimo proposito merita menzionare che gli esseni sarebbero divenuti famosi per riuscire a preservare, fino alla morte, la loro “conoscenza esoterica”, sopportando torture atroci con un stoicismo che stupiva i contemporanei.
Gli esseni vivevano generalmente in strutture comuni; case cittadine o vere e proprie comunità isolate, come testimonia lo storico Flavio Giuseppe.
Erano massimamente orientati alla temperanza ed al controllo delle passioni.
La maggior parte di loro, come accennato, disprezzava il matrimonio, adottando figli di altri per disciplinarli allo studio dei testi sacri e delle virtù terapeutiche delle pietre e delle piante.
Pochi preferivano invece sposarsi ma solo in vista della procreazione.
«Costoro», scrive Laura Gusella, esperta di ebraistica, nel suo Esperienze di comunità nel giudaismo antico, «si astengono dal rapporto sessuale quando la donna non è feconda e, per essere sicuri di rispettare questa condizione, sottopongono le donne ad un periodo di prova, per vedere se sono in grado di generare e non si uniscono alle loro mogli quando sono gravide» .
Tutti praticavano la comunità dei beni. Scrive Flavio Giuseppe al riguardo:

«la regola è che chi entra metta il suo patrimonio a disposizione della comunità, sì che in mezzo a loro non si vede né lo squallore della miseria, né il fasto della ricchezza, ed essendo gli averi di ciascuno uniti insieme, tutti hanno un unico patrimonio come tanti fratelli» .

Ciascuna comunità essena, dentro e fuori la Palestina, era aperta ad ospitare confratelli forestieri come fossero membri interni.
La loro era, al contempo, un’organizzazione gerarchica (i cui gradi principali erano quelli di postulante, novizio ed iniziato) dove i sacerdoti occupavano una posizione preminente.
Peculiari degli esseni erano le pratiche purificatorie in comune: bagni in acqua fredda con i fianchi cinti da una fascia di lino.
I pasti, ugualmente comuni, erano considerati sacri e venivano consumati, dopo il bagno purificatorio e con indosso vesti bianche, in un locale riservato esclusivamente ai membri della setta.
I cibi venivano preparati nell’osservanza di norme scrupolose di purità e sotto la supervisione di un sacerdote.
Gli esseni erano generalmente apprezzati per la loro sobrietà e le virtù di terapeuti e veggenti.
Molti tra di loro, riporta Giuseppe, vivevano oltre i cento anni, probabilmente grazie alla vita semplice ed ordinata che conducevano.
Vengono considerati abbastanza affini agli esseni i cristiani delle origini, organizzati nella comunità gerosolimitana.
Essi «stavano insieme e avevano tutto in comune. Vendevano poi le proprietà e i beni e ne distribuivano il ricavato a tutti, secondo che ognuno ne aveva bisogno» (Atti, 2: 44-45).
Sappiamo poi che, con l’andare del tempo, il cristianesimo (considerato dallo storico Ernest Renan una sorta di essenismo vincente, per quanto sugli elementi di continuità e discontinuità tra le due “scuole” il dibattito tra studiosi sia ancora oggi particolarmente vivace) avrebbe perso in maniera addirittura sfacciata la primitiva vocazione comunistica e frugale.
La cosa provocò non pochi dissensi, prima e dopo la riforma protestante.
Alcuni fermenti dissidenti, nel dipanarsi dei secoli, ebbero un esito nettamente comunitario.


Comunità intenzionali ed ecosostenibili (ecovillaggi) oggi

Venendo ora a quanto sta accadendo attualmente nel mondo delle comunità intenzionali, oggi soprattutto orientate in senso ecologico e dunque spesso qualificate come ecovillaggi, la testa di ponte dell’ingresso nella Ecovillages Age è uno dei paesi più avanzati al mondo sul tema dei diritti civili, del welfare state e delle libertà individuali: la Danimarca.
È difatti da Gaia Trust (www.gaia.org) ― associazione fondata in Danimarca, nel 1987, da Ross e Hildur Jackson che riuniva quindici villaggi danesi — che parte l’idea di formare il GEN (Global Ecovillage Network).
La rete mondiale degli ecovillaggi vede la luce nel 1994 ― nel corso di un incontro internazionale a Findhorn Foundation  — con fondi, ancora una volta, di Gaia Trust.
Con la nascita del GEN  (http://gen.ecovillage.org) inizia una fase di interscambio tra ecovillaggi fino a quel momento tendenzialmente isolati e, da una situazione di comunità slegate ed auto-referenti, prende corpo un movimento con ambizioni di miglioramento della qualità della vita e di salvaguardia del patrimonio ambientale planetario.
Il GEN, da diversi anni ONG dell’ONU, è attualmente decentrato in 3 distinte aree mondiali (GEN Regional Offices): GEN Oceania and Asia,  Ecovillage Network of the Americas e GEN Europe and Africa. 
Al momento aderiscono al GEN migliaia di realtà, molte delle quali organizzate in reti nazionali.
Esempi significativi sono networks come Sarvodaya (che coinvolge ben 15.000 “villaggi sostenibili” in Sri Lanka), EcoYoff and Colufifa (di cui fanno parte 350 villaggi in Senegal), il Ladakh Project, nel nord dell’India e la “nostra” RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici).
Possiamo anche menzionare, tra le realtà aderenti al GEN, “città ecologiche”
— Auroville, nel sud dell’India, la Federazione di Comunità di Damanhur, in Italia e Nimbin in Australia ―, piccoli ecovillaggi rurali come
Gaia Asociación in Argentina e Huehuecoyotl in Messico, progetti di ecologia urbana come Los Angeles EcoVillage e Christiania a Copenhagen, progetti attivi nell’ambito della permacultura come Crystal Waters in Australia, Cochabamba in Bolivia e Barus in Brasile, centri di formazione umana e tecnologica come Findhorn Foundation in Scozia, il Centre for Alternative Technology in Galles ed Earthlands in Massachusetts e l’elenco potrebbe allungarsi ancora.
Da una stima effettuata pochi anni fa nell’ambito dell’americana FIC (Fellowship for Intentional Communities) erano attivi nel mondo (volendo usare i criteri di valutazione più elastici) circa 25000 progetti comunitari, con centinaia di migliaia di persone coinvolte (solo in America si contavano 2000 comunità, con centomila residenti complessivi).
Gli ecovillaggi ed il GEN, cui aderiscono oggi oltre 13000 insediamenti ecologici, sono una significativa sezione di questo più vasto fenomeno.
A livello europeo sono state censite sulla guida Eurotopia 2005 (pubblicata in tedesco ed in inglese) oltre 350 ecovillaggi e comunità intenzionali .
Il GEN ha una generale funzione di coordinamento e networking attraverso periodici incontri delle realtà confederate nelle sue sezioni continentali, newsletters, contributi a riviste specializzate (ad esempio Permaculture Magazine e Communities) e pubblicazioni .
Più in dettaglio, citando direttamente dal sito, il GEN si propone di perseguire i seguenti obiettivi:
-Sostenere lo sviluppo degli ecovillaggi nel mondo;
-Creare una rete solida, con maglie regionali, nazionali ed internazionali, di ecovillaggi;
-Creare una struttura organizzativa in grado di collegare, alla base, ecovillaggi e progetti similari in un forte movimento partecipativo;
-Promuovere, nel mondo, Living and Learning Centers (centri formativi in cui possano essere apprese nozioni specifiche vivendo la realtà globale del centro ospite, generalmente un ecovillaggio);
-Supportare le comunità eco-sostenibili in forum pubblici;
-Collaborare con organizzazioni e persone che condividano i principi e gli intenti presentati.
Dopo appena due anni dalla fondazione del GEN, nel 1996, vede la luce la RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici), in occasione del convegno Il villaggio globale, una soluzione per il futuro del pianeta, ad Alessano, in provincia di Lecce.
La RIVE (http://www.mappaecovillaggi.it), similmente al GEN nel mondo, ha una funzione di coordinamento dell’eterogeneo movimento comunitario italiano.
Per riportare quanto scritto nel suo statuto: «La RIVE riconosce come ecovillaggi le realtà costituite da almeno cinque persone adulte che si ispirano a criteri di sostenibilità ecologica, spirituale, socioculturale ed economica, intendendo per sostenibilità l’attitudine di un gruppo umano a soddisfare i propri bisogni senza ridurre, ma anzi migliorando le prospettive per le generazioni future».
Un importante momento delle attività della RIVE è l’incontro annuale delle realtà aderenti — aperto anche a simpatizzanti o semplici curiosi ― che si svolge generalmente a luglio presso uno degli ecovillaggi confederati.
È il raduno più importante cui tuttavia ne fanno seguito, sporadicamente, anche altri.
Al momento sono coinvolti nella RIVE una trentina di progetti di ecovillaggi-comunità (come numero di realtà comunitarie l’Italia è più o meno nella media europea). Di questi, circa la metà sono esperienze allo stato embrionale mentre nei restanti casi si può parlare di situazioni abbastanza consolidate (3 hanno una storia di oltre 25 anni e 10 sono attive da un periodo compreso tra i 10 ed i 25 anni).
Esistono poi altre esperienze comunitarie o aspiranti tali che, per motivi diversi, al momento non aderiscono alla RIVE pur contribuendo a comporre la variegata costellazione comunitaria italiana.
Alcune hanno una netta matrice religiosa e sono piuttosto consistenti.
L’esempio più celebre è senz’altro Nomadelfia (letteralmente “legge della fraternità”), in provincia di Grosseto, fondata da un sacerdote sui generis, don Zeno, nel 1948. Al momento Nomadelfia conta 320 membri effettivi, in un territorio comunitario di circa 4 chilometri quadrati.
Si potrebbero citare altri esempi ma quanto credo sia più importante sottolineare, in conclusione di questo intervento, è l’interessante vitalità che sta dimostrando il mondo comunitario oggi, a livello nazionale ed internazionale, proponendosi come uno dei possibili antidoti alla preoccupante “crisi della modernità”.
Grazie dell’attenzione!

Manuel Olivares

giovedì 26 aprile 2012

Il Caffè Filosofico su Viverealtrimenti: Einstein e la relatività.

Torniamo oggi nell'alveo della filosofia occidentale, dopo diversi post che ci hanno portati, mentalmente ed esistenzialmente, in Oriente.
Piergiorgio Odifreddi espone Einstein e la relatività.
Per riprendere il bandolo delle puntate precedenti de Il Caffè Filosofico su Viverealtrimenti, cliccare qui!
Buona visione!

venerdì 20 aprile 2012

LUNA NUOVA -- venerdì 20 aprile -- da Ajahn Munindo.



Bianchi cigni si alzano in volo.
Gli adepti dello yoga
viaggiano attraverso lo spazio.
I saggi trascendono
l'illusione del mondo
mettendo nel sacco le orde di Mara.

Dhammapada strofa 175

Nel percorrere il sentiero spirituale inevitabilmente verremo a sapere
di magiche prodezze compiute dai maestri spirituali. Anche se alcuni
sperimentano profondi stati di assorbimento e potenti capacità
psichiche, aspirare a essi può essere un ostacolo allo sviluppo. È
saggio ricordare che Mara, il termine buddhista per la manifestazione
dell’illusione, può apparire in svariate fogge. Senza una
consapevolezza ben fondata e incorporata, facilmente attribuiamo alle
esperienze speciali più valore di quanto si meritino. La prodezza che
il Buddha elogiava era quella di trascendere l’illusione. Come farlo:
con la coltivazione momento per momento di un’impeccabile onestà.

Con Metta
Bhikkhu Munindo

(Ringraziamenti a Chandra per la traduzione)

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Santacittarama
Monastero Buddhista
02030 Frasso Sabino (RI) Italy

Tel: (+39) 0765 872 186 (7:30-10:30, eccetto il lunedì)
Fax: (+39) 06 233 238 629

sangha@santacittarama.org
(alternativa): santa_news@libero.it


www.santacittarama.org
www.forestsangha.org (portal to wider community of monasteries)
www.forestsanghapublications.org (books, e-books and audio files)
www.allisburning.org (images of Theravada Buddhism)
www.saddha.it (amici del Santacittarama)

Iniziativa di MCF a Bolzano.

Bolzano - Incontro con Bruno Volpi
presidente di Mondo Comunità e Famiglia

Un modo diverso di vivere la società, la famiglia, la persona

Ein Treffen mit Bruno Volpi (Präsident von MCF).
Ein anderer Weg zu leben die Gesellschaft, die Familie, der Mensch

giovedì 17 maggio 2012 dalle ore 20
Kolpinghaus (Sala Josef)
Largo Adolph Kolping, 3 - Bolzano
INGRESSO LIBERO

info: 388 1938375 - 0471 620055 mcftrentino@lillinet.org

Più di trent’anni fa, di ritorno da un\'esperienza di cooperazione in Africa, Bruno Volpi ed altre famiglie diedero vita alla comunità di Villapizzone. Da quel primo nucleo sono nate numerose altre comunità in tutta Italia.
L'incontro, oltre al racconto di questa esperienza e la testimonianza della neonata comunità di Trento, sarà l'occasione per conoscersi, condividere, raccontare le proprie idee ed i propri sogni.

MCF (Mondo di Comunità e Famiglia) è l'associazione che raccoglie, attualmente, una trentina di comunità residenziali e promuove “gruppi di condivisione” sul territorio. Le comunità (in cascine, condomini, ville, ecc.) sono formate da famiglie e singoli che decidono, per realizzarsi a pieno, di vivere accanto ad altri in modo solidale; i gruppi sono fatti da famiglie e singoli che desiderano confrontarsi e crescere nelle relazioni, nell'accoglienza e nella condivisione.

martedì 17 aprile 2012

Presentazione, a Roma, del testo Comuni, comunità, ecovillaggi.

Giovedì 19 Aprile, alle 19.30, presso la libreria Rebel Store del quartiere San Lorenzo, a Roma, verrà presentato il libro, di Manuel Olivares, Comuni, comunità, ecovillaggi (250 pagine, 13,90 euro).
Chiunque fosse nei paraggi è invitato a partecipare.
Grazie

Il Caffè Filosofico su Viverealtrimenti: Freud, Jung e la Psicanalisi.

Lezione tenuta da Umberto Galimberti.
Buona visione (finita la quale, cliccare sul primo riquadro in alto a sinistra del video per poter assistere alla seconda parte della lezione e così di seguito fino alla sesta parte, quella conclusiva)!
Per riprendere il bandolo delle puntate precedenti de Il Caffè Filosofico su Viverealtrimenti, cliccare qui!
 

giovedì 12 aprile 2012

Pirateria in Cina - La verità su film, musica e software pirata a Pechino.

Torniamo, oggi, in Cina con Filippo Gregoretti, prossimo autore della Viverealtrimenti Editrice con Cronache psicogeografiche; storie di sana schizofrenia.
Filippo ha vissuto in Cina per qualche anno, fondando e curando il blog Vaffancina. Il brano che segue non è recentissimo ma sembra proprio che i contenuti siano ancora attuali.
Buona lettura!

Ciao a tutti, mi scuso per il lungo silenzio, ma vaffancina è in questo momento tornato a Roma, dopo aver riposato le ossa (surgelate a Pechino) in un paradiso tropicale per 2 settimane...
Quindi ora scrivo dalla città dei Papi e delle Ballerine, ma continuerò la mia opera di diffusione della verità empirica, in attesa di un ritorno (speriamo in primavera che il freddo è più clemente) nel Celeste Impero Economico.
Leggo su Punto Informatico che in cina sono state denunciate ben 18 persone per pirateria. Ossia, detenevano o producevano, smerciavano e/o distribuivano, materiale (video, musica, libri, software) protetto da copyright e copiato illegalmente.
Mi piace leggere un titolone del genere, 18 persone!!! un grande successo...
Al di la delle mie idee personali, la notizia appare completamente ridicola!
Leggiamo di lotta alla pirateria... proclami di Bill Gates... proclami di Bush e della RIAA...
Ma io mi chiedo, questi signori, ci sono mai stati in Cina???
Leggendo questo sconfinato panorama di stronzate, mi è venuta voglia di raccontarvi come funziona la pirateria in Cina, semplicemente nel mio vivere quotidiano...

Trovare i film a Pechino
Che facciamo stasera? ci vediamo un film?
Ok... se non sono ancora le 9, scendo sotto casa (intendo proprio SOTTO CASA) dove c'è un piccolo supermercato Jinchelong (piccolo esemplare di una catena infinita)... davanti al jinchelong staziona quotidianamente un signore, sulla cinquantina, che espone su un cavalletto le ultime novità (e intendo proprio le ultime! prima che escono in europa) il tutto a 60 centesimi a DVD. Sotto gli occhi di tutti, semplicemente, NON E' ILLEGALE. Compro 3 o 4 film e me li porto a casa...
Ci sono negozi di film pirata in Cina?
Se voglio fare due passi, entro in uno degli innumerevoli CD-DVD-VCD shops, dove in un negozio di tutto punto, sono allineati centinaia di DVD, ovviamente tutti illegali, con tutte le ultime stronzate USA, ma anche intelligenti e belle retrospettive del neorealismo italiano, collezioni di Charly Chaplin, di Stanlio e Onlio, manga giapponesi introvabili neanche nei costosissimi manga shop di milano; film europei stupendi (che in qualsiasi negozio di film italiano non troveremmo mai), collezioni di Pasolini... un paradiso per cinefili!
Il tutto, ogni DVD, stampato perfettamente con sottotitoli in inglese e cinese...
Il bello poi, è che non sono copie, ma edizioni cinesi! in tutto e per tutto! con i menu, i sottotitoli, ecc. rifatti per il mercato pirata cinese, direttamente dai mafiosi che distribuiscono i DVD...
Insomma, questi prendono il film, fanno l'edizione, mettono i sottotitoli, disegnano i menu, ci scrivono pure "tutti i diritti riservati"... roba da pisciarsi sotto dalle risate!
Se cammino un pò di più arrivo in un'altra strada, quella dello shopping, dove ci sono dei negozi incredibili... si possono trovare cose che neanche in USA esistono... che so io:l'intera collezione di Star Trek, dagli anni 70 ad oggi!!! roba che ci sono 180 DVD in quel pacco gigantesco, e quanto costa? 50 euro... Tutta la serie (a me le serie fanno cagare, ma pare che in giro spopolino) di Friends, Sex and the city, ecc.
La collezione di tutti i film di Kaurismaki, di Altman, di Fellini, tutti i documentari del National Geographic... Film di animazione che cercavo da anni, e neanche sguinzagliato sui siti ufficiali, con carta di credito in mano, sono riuscito a comprare...
Ma insomma, per avere dei bei film, a chi mi devo rivolgere??? ma ai pirati naturalmente!!!
Tra i miei acquisti:
Collezione di Charlot (12 DVD, 6 euro), collezione Stanlio e Onlio (8 DVD, 3 euro), Il Signore degli Anelli cofanetto speciale cazzi-mazzi director's cut (6 DVD 4 euro), tutti i film di Tim Burton, tutti i film di Peter Jackson, una serie sui corti d'autore bellissima (8 DVD, 4 euro), "Immortel" di Enki Bilal, film che cercavo da 3 vite anche nei negozi specializzati, e l'ho trovato solo in cina dai pirati!!! Film d'autore, film d'essay, film sperimentali... e così continuando...

E il software? E la musica?

Beh, il software ovviamente non ha il grande mercato dei film, quindi per trovarlo è leggermente più complicato... forse troppo complicato per eventuali investigatori...
Infatti, per trovare software pirata in cina, basta andare in qualsiasi negozio di computer... vicino casa mia c'è un palazzo intero che vende solo roba elettronica, pieno di negozietti, in stile blade runner, dove c'è tutto lo scibile in tutte le lingue! A qualsiasi piano ci sono decine di piccoli negozi specializzati in vari tipi di software... fanno anche collezioni, la collezione Adobe, la collezione Microsoft, e così via...
In Italia ancora alcuni rivenditori vendono computer con software pirata pre-installato (si si a Roma quasi tutti!) tranne le grandi catene o quelli molto seri. In Cina, tutti! o almeno tutti quelli cui ho chiesto io (volevo comprare un portatile, e io quando voglio comprare qualcosa chiedo a cento negozi).
Inoltre, col fatto che il cinese scritto lo capiscono solo i cinesi, ci sono tantissimi siti dove puoi scaricare tutto il software che ti pare, tranquillamente! Ultimamente la mia ragazza (che lavora in campo editoriale) mi ha mostrato un sito cinese dal quale si possono scaricare tutti i marchi commerciali (il logo cocacola, il logo nike, tutte le immagini più svariate) in formato vettoriale e utilizzabili come vuoi! Roba che in europa ti legherebbero a un tavolo per farti sodomizzare dai consiglieri di amministrazione della sony (noti sodomizzatori di pirati).
Ti servono immagini per realizzare prodotti editoriali o video? non c'è problema... trovi collezioni di immagini su centinaia di DVD con catalogo stampato a colori...
Ti servono gallerie video di repertorio? Non c'è problema... trovi la collection...
Ti servono collezioni audio? no problem!
Il tutto, rigorosamente, illegale!
E se vuoi sentire l'ultimo di Madonna o di Manu Chao? basta fare due passi, attraversare la strada, o andare alla fermata della metropolitana, e troverai tutti i CD che vuoi, stampati perfettamente...  mica come i pirati in italia, che ce lo scrivono a pennarello!!!

E i cinesi come vedono la pirateria?

Fondamentalmente i cinesi la pirateria non la vedono... nessuno ha mai insegnato loro che esistano copie "legittime" e copie "illegittime" di un film... forse con il software sono un pò più sgamati... E' chiaro che molti cinesi sono conoscitori di mondo... ma si parla di una massa di più di un miliardo di persone che del mondo sa poco o niente... ma di film ne guarda a bizzeffe :)

E la lotta alla pirateria in Cina?

Gli agenti statunitensi che (pagati con le tasse del popolo) arrestano il popolo perchè scarica l'ultima canzone di (porca) Madonna, a Pechino potrebbero suonare un campanello a caso e trovare corpi di reato a gogo!
Oppure, semplicemente, potrebbero fare un censimento e arrestare tutti i cinesi e i residenti stranieri, uno ad uno, (sono solo un miliardo e trecentomila) in quanto a chiunque troverebbero valanghe di materiale pirata...
Non conosco nessuno a Pechino che non abbia una bella collezione di film... e te credo! costano 60 centesimi!
Poi non sarebbe così difficle trovare i pirati neanche per i più ingenui... basta andare a Sanlitun, l'unico (tristissimo) quartiere di nightlife pechinese, e sedersi a mangiare in un bar, che arriva qualcuno con una valigia che mentre mangi ti fa vedere centinaia di film... e te ne torni a casa con qualche filmetto in più...
Che dovrebbero fare i vitaminici agenti USA dalla mascella prominente riguardo la Cina? Arrestare un intero paese? E se poi la Cina dovresse richiedere il pagamento dei miliardi di dollari che ha in buoni del tesoro USA? che risate mi farei :)
Concludo (e poi guardo un film pirata)
I titoli sui giornali, sono solo per noi... il copyright lo paghiamo solo noi... e i film, i dischi e il software a quei prezzi assurdi, li paghiamo solo noi! Così che zio Bill possa farsi uno yacht talmente grande che in sardegna può attraccare solo a Olbia, e i dirigenti delle etichette discografiche e delle catene di distribuzione, che forgiano le menti dei nostri giovani, manovrabili virgulti, possano orientare il pensiero dominante arricchendosi come nababbi...
E noi, pecoroni, paghiamo un film 30 Euro, e un CD mediocre 25... noi? io no :)
Dal punto di vista filmico, Pechino è un paradiso... io amo il cinema e amo i film, ma non pagherò mai 40 euro per un DVD, solo per arricchire la feccia finanziaria... Sono musicista e iscritto alla SIAE, ma considero la SIAE un'istituzione mafiosa (ma questo è un'altro discorso). Inoltre, su un CD venduto, agli autori va una minimissima parte del prezzo di copertina...
Per il potere d'acquisto di un cinese proletario, comprare un DVD a 50 centesimi è come per noi comprarne uno a 10 euro, quindi tutto sommato i prezzi sono livellati... Ammettiamo però che per i ricchi, e soprattutto per noi occidentali (che guadagniamo di più), comprare i DVD o il software in Cina è una vera pacchia... però mi sorge un dubbio... Il mercato dei film a Pechino, è fiorente poichè la città è così noiosa? Oppure, Pechino è noiosa perche stanno sempre tutti a guardare film???
Vi saluto che partono i titoli di testa...
VaffanCina

Filippo Gregoretti

pippoflash.com

mercoledì 11 aprile 2012

Abitare Nèxus: una scelta abitativa economica e sostenibile.

L'associazione Ecohousing promuove sul territorio di Pandino (CR) "Abitare Nèxus", un'iniziativa residenziale innovativa ispirata a una sostenibilità economica, ambientale, sociale.
Il progetto, realizzato con la collaborazione dello studio di architettura Giancarlo Marzorati (www.marzoratiarchitettura.it) e dell'associazione NascereDonna (www.nasceredonna.it), propone soluzioni abitative che tengono conto delle principali esigenze individuali e comuni di un gruppo di circa 20 famiglie.
L'iniziativa è governata dalle famiglie candidate a diventare proprietarie delle future abitazioni Nèxus, la cui realizzazione è prevista entro il 2013.

Abitare Nèxus è un progetto edilizio, ambientale e sociale che punta a:

-ridurre i costi della Filiera immobiliare
-riscoprire il valore della comunità
-recuperare il potere contrattuale delle famiglie
-fornire nuovi strumenti per affrontare la crisi
-educare i figli a un futuro sostenibile
-rispettare l’ambiente.

Dal mese di marzo 2012 è stata avviata la terza fase dello studio di fattibilità con l’approfondimento di ulteriori dettagli progettuali e l’inizio della campagna di promozione per la raccolta di nuove adesioni; la quarta e ultima fase preparatoria all’inizio dei lavori partirà entro la fine dell'estate.
Obiettivo finanziario dell'iniziativa è mantenere i costi complessivi di realizzazione prossimi a 1.500 € al metro quadro commerciale (inclusi gli spazi comuni).

Per promuovere l'iniziativa l'associazione sarà presente all'edizione 2012 della fiera "Fa' la cosa giusta" che si terrà dal 30 marzo al primo aprile prossimi (FieraMilanoCity, Padiglione 4 "Abitare Green", Stand AG44). Il 7 aprile sarà invece presente in piazza della Vittoria a Lodi e il 15 aprile in piazza Garibaldi a Crema.
Per tutto il mese di aprile e maggio, l'associazione organizza degli incontri di approfondimento ogni giovedi alle ore 21 presso la biblioteca civica del comune di Pandino.
Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito web dell'associazione Ecohousing (http://www.e-cohousing.it).
Andrea Seghizzi

Presidente dell’Associazione Ecohousing

venerdì 6 aprile 2012

LUNA PIENA -- venerdì 6 aprile -- da Ajahn Munindo.

Come un elefante in battaglia
resiste alle frecce
io scelgo di tollerare
gli attacchi verbali degli altri.

  Dhammapada strofa 320

Quando il gioco si fa duro, se vogliamo siamo liberi di scegliere di tollerare. O possiamo invece scegliere di reagire. Nessuno al di fuori di noi ha l’autorità di forzarci in una delle due direzioni. Certe
volte, quando le nostre non addestrate abitudini reattive deflagrano, può assolutamente sembrare che il responsabile sia qualcos’altro o qualcun altro. Diciamo: “Sono stato preso da qualcosa” o: “Ero fuori
di me,” il che significa che ho perso le staffe. Il Buddha non le ha mai perse. Il che non significa che non abbia mai avuto a che fare con forti disaccordi. Li ha avuti. E ha scelto di tollerare anziché reagire. Era pienamente consapevole, pienamente sveglio nei confronti della realtà, e sapeva di avere l’autorità per fare quella scelta. Questo ci aiuta a riflettere che ce l’abbiamo anche noi.

Con Metta
Bhikkhu Munindo

(Ringraziamenti a Chandra per la traduzione)


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Santacittarama
Monastero Buddhista
02030 Frasso Sabino (RI) Italy

Tel: (+39) 0765 872 186 (7:30-10:30, eccetto il lunedì)
Fax: (+39) 06 233 238 629

sangha@santacittarama.org
(alternativa): santa_news@libero.it

www.santacittarama.org
www.forestsangha.org (portal to wider community of monasteries)
www.forestsanghapublications.org (books, e-books and audio files)
www.allisburning.org (images of Theravada Buddhism)

giovedì 5 aprile 2012

Seconda lezione su Nietzsche.

Per la prima parte della lezione su Nietzsche, tenuta da Maurizio Ferraris e per riprendere il bandolo delle puntate precedenti de Il Caffè Filosofico su Viverealtrimenti, cliccare qui!

Giornata di Caffè Filosofico: Nietzsche.

Cito l'introduzione dal sito di Repubblica:

Scuotere le tradizioni, le dottrine morali e le credenze religiose. Produrre nuovi e diversi valori. E' questo il compito del filosofo secondo Nietzsche [raccontato qui da Maurizio Ferraris], uno dei pensatori più geniali, atipici e sovversivi di ogni tempo, che ha travolto ogni certezza dell'uomo contemporaneo e aperto varchi illuminanti al pensiero del Novecento.

Per il bandolo delle puntate precedenti de Il Caffè Filosofico, cliccare qui. Per la seconda parte della lezione su Nietzsche, cliccare qui. Buona visione!


martedì 3 aprile 2012

I cinesi sono magri.

Ospitiamo oggi un nuovo contributo del prossimo autore della Viverealtrimenti Editrice Filippo Gregoretti.
Filippo ha vissuto oltre due anni in Cina, pubblicando regolarmente riflessioni profonde e semiserio sul suo blog Vaffancina.
Quella di oggi riguarda il cibo con i suoi annessi e connessi nelle terre del dragone.
Buona lettura!

Mi capita spesso, parlando con gente che non è stata in cina, di sentir dire cose tipo: "Eh... capirai... i cinesi sono tutti magrissimi!", oppure: "Ma lì sono tutti secchi come acciughe".
Ma cazzo, mica siamo più ai tempi della Grande Carestia! Non ci credereste, ma i cinesi di Pechino hanno quasi tutti la panza! Ebbene si... sembra di essere a Roma! Le persona sopra i 30 sono quasi tutte grasse, soprattutto gli uomini.
Anche moltissimi giovani sono sovrappeso. Il benessere, l'arrivo dei fast food, la scoperta dei dolci, l'alcol... Questo mix, accettato senza la minima coscienza critica, ha creato, nelle grandi città, generazioni di ciccioni, molti addirittura obesi.
Le femmine fanno più attenzione. La magrezza, insieme alla pella bianca, è considerata un fattore di bellezza per le donne, e in Cina se sei racchia e povera hai chiuso! Quindi le donne fanno attenzione. Ma i maschi? La panza viene sfoggiata come da noi nel dopoguerra... Secondo la mia ragazza solo i gay stanno attenti ad essere magri, ma gli altri, che ciucciano birra e sigarette di continuo, se ne fregano.
Fate una passeggiata nel centro di Pechino, e vedrete moltissimi cinesi grassi, grassissimi!
In questo tempo di isolamento linguistico i miei pensieri possono viaggiare, e ho elaborato vari motivi:

Il Cibo Cinese, ovvero, unto dal signore!
Anzitutto il cibo... che qui richiama alla mente un altro meraviglioso luogo comune "Il cibo cinese è leggerissimo".
Limortacciloro!!! Non ho mai visto roba da mangiare galleggiare in tanto olio come in Cina!
Io sono uno che sta attento a quello che mangia... per me è una questione politica essere consapevole di cosa mi butto dentro... inoltre, è anche una questione d'onore non avere panza. Eppure a Pechino è quasi impossibile!
"Tanto olio può solo fare il cibo migliore". E' un noto detto cinese che ha scodellato ridendo la mia ragazza mentre al ristorante cercavo di ordinare qualcosa che avesse meno colesterolo di un cotechino. Lei conosce il mio atteggiamento nei confronti del cibo e si diverte a prendermi per il culo quando mi lamento che i 10 gamberi nel piatto galleggiano in 3 dita di fluido grasso e nerastro... roba che se fai una scarpetta e poi ti accendi una sigaretta prendi fuoco come un diesel!
In Cina cucinano con l'olio d'arachide, notoriamente insalubre se cotto a lungo. Tale olio non viene venduto solo in lattine o bottiglie, ma anche in minacciosissimi barili, fino a 30 litri! Nei supermercati, in genere, c'è una sezione apposita per il sollazzo del fegato, dove sono appilati enormi barili giallastri di olio d'arachide. Pareti intere, gialle e minacciose, che attentano al mio fisico da salutista!
Beh, insomma, a me piacciono gli stravizi... Mi piace sbevazzare, fare tardi, sfumazzare, almeno sul cibo mi devo regolare!
Allora andiamo a mangiare, e chiedo alla mia ragazza di ordinare qualcosa di tranquillo, che so, un pollo con verdure... lei ce la mette tutta poverina, ma puntualmente arriva un piatto enorme, che luccica tutto per quanto è unto, e con un dito di olio fritto sul fondo. Cazzo, buono è buono! Il sapore lo sanno dare sti cinesi! Però non si rendono conto, dopo la fame che hanno avuto, che mangiare troppo fa male, e fa diventare ciccioni!

Le gambe? quelle le alleno da vecchio
Un altra cosa che secondo me contribuisce alle Panze del Celeste Impero, è l'intima convinzione che la fatica fisica sia "da povero". Per convincere se stessi che stanno partecipando al miracolo economico, i cinesi prendono la macchina anche per andare al cesso (quelli che ce l'hanno, la macchina, ma anche il cesso).
Solo i vecchietti sembrano allenarsi, in quelle buffissime palestre all'aperto di cui è costellata pechino... ho provato anche a usarle, ma gli attrezzi sono stranissimi! Ci sono delle ruote da girare, come delle valvole di un grande tubo... Poi delle specie di pedali per fare l'altalena alle gambe! Più che attrezzi per ginnastica, sembrano valvole e leve di un enorme macchinario. Sarà per non far provare a i vecchietti lo shock di smettere di lavorare in fabbrica? Comunque i signori di mezza età non muovono il culo dal sedile della macchina. Forse per farli allenare un pò, dovrebbero mettere anche dei clackson agli attrezzi!

E l'alcol?
Soprattutto i  cinesi di mezza età, mangiano in continuazione... snack... carne secca... e ciucciano ciucciano birra cinese in continuazione...  Io sono sbevazzone, ma non mi succede di andare a cena con un amico e finire con 12 bottiglie di birra da 1 litro vuote! Spesso si vede, nei ristoranti non di lusso, un tavolo con 2 o 3 signori cinesi, cosparso di bocce di birra vuote... DECINE!
Non ci trovo nulla di disdicevole dal punto di vista morale, però chiaramente tutte quelle bolle dilatano! Eh si che dilatano!
E poi la grappa... la famigerata grappa cinese... credo che il concetto di gastrite in Cina sia ormai qualcosa di mistico... forse ha sostituito la religione in quanto vi si applicano con una dedizione incredibile! Il culto del buco allo stomaco!

Per concludere...
Nelle campagne, nel sud, nelle sterminate province povere, lì si che sono magri... magri perchè spingono carretti... magri perchè mangiano poco e male... magri perchè seccati dal lavoro nei campi... magri nelle miniere... magri perchè vessati dal governo centrale e dai governatori locali, che li costringono a emigrare illegalmente nelle città per alimentare i cantieri di schiavi (ma questo sarà argomento di un altro post).
Però anche quando viaggi nelle zone povere, puoi riconoscere il politico, l'amministratore, l'imprenditore locale (immancabilmente di etnia Han) dalla panza!!!
A mio avviso, come dentro ogni ciccione c'è un magro, dentro ogni cinese magro c'è un ciccione. Un ciccione ancora non toccato dal benessere, che quindi deve ancora sbocciare nella sua rotolosa meraviglia. Glielo auguro di tutto cuore.
E quindi, il fatto che i cinesi siano tutti magri, è un luogo comune che risale ai tempi della rivoluzione.
Mi viene in mente uno strano documentario sulla Corea del nord, dove un turista inglese esterrefatto aveva appena passato 2 settimane in carcere perchè, visitando la statua dell'Amato Leader Kim Il Sung, ha chiesto alla guida: "Ma perchè intorno a me sono tutti così magri, e invece lui ha quella panza enorme?".
Augurando a tutti i cinesi poveri e magri, per i quali provo forte empatia, di poter un giorno sfoggiare la loro Grande Panza e il loro Grande Mazzo di Chiavi, vi saluto.
come sempre, con amore,
VaffanCina
--

Filippo Gregoretti

lunedì 2 aprile 2012

Sacco tra riti e tradizioni.

Proponiamo oggi un secondo video (per vedere il primo, cliccare qui) di una ricca serie, curata dalla giornalista salernitana Mariantonietta Sorrentino - che vive con il marito in un piccolo paese del Cilento - e proposta sul sito http://www.chora.tv/index.php.
Mariantonietta sta anche curando un diario di vita cilentana che verrà probabilmente pubblicato con la Viverealtrimenti Editrice.
Di seguito l'introduzione al video e, poi, il video stesso.
Buona lettura e buona visione!


Millenarie tradizioni che rivivono in popoli dalle matrici comuni.
Il Mediterraneo, luogo privileggiato d' incontro tra culture,ha visto sulle sue acque viaggiare uomini ed idee trasferendo conoscenze e terrore.